Sale rosa dell’Himalaya: proprietà e benefici

Il sale rosa dell’Himalaya fu scoperto dalle truppe di Alessandro Magno nel 320 a.C. nel Pakistan del Nord, a pochi chilometri dalla catena montuosa dell’Himalaya Occidentale.
Qui infatti si trova la miniera di salgemma Khewra, una delle più grandi al mondo che si estende su un’area di 110 km². Lo sfruttamento dell’immenso giacimento cominciò durante la mitica Dinastia Moghul dal 1500 in poi e si è protratto sino ad oggi. Le stime, in questi casi sempre approssimative, stabiliscono che nel sottosuolo di Khewra si trovino ancora, più di un miliardo di tonnellate di salgemma.
A Khewra ogni anno vengono estratte 350mila tonnellate di sale, la miniera è anche un’attrazione turistica che ogni anno viene visitata da 250mila turisti provenienti da tutto il mondo. Al suo interno si trovano anche una moschea realizzata con mattoni di sale multicolore e una clinica per la cura dell’asma e di varie malattie respiratorie con la terapia del sale (Haloterapia).

Il sale che il ferro rende rosa

Il giacimento di salgemma di Khewra si è formato circa 250 milioni di anni fa quando l’oceano Tethis fu inghiottito dallo spostamento delle placche tettoniche, andando a formare l’odierna catena montuosa Salt Range.
Il salgemma estratto non viene raffinato e non subisce alcun trattamento, è composto come minimo al 97% da cloruro di sodio, non contiene iodio e il suo colore varia dal trasparente a varie tonalità di rosa. Il suo colore rosa è dovuto all’ossido di ferro presente nel sale e grazie alla sua composizione è utilizzabile in cucina, cosi come viene estratto.

Le proprietà del sale rosa

Il sale rosa dell’Himalaya viene estratto a mano, poi viene lavato per eliminare i residui di polvere e alla fine resta ad asciugare al sole senza subire alcun trattamento. Quindi il sale rosa dell’Himalaya è da considerarsi a tutti gli effetti un prodotto naturale al 100%.
Il sale rosa dell’Himalaya ha un gusto fine e delicato, infatti una volta veniva chiamato il sale del Re. Oggi come una volta i grandi chef lo utilizzano in cucina e grazie ad una vasta commercializzazione, chiunque di noi, può utilizzarlo in cucina come meglio crede. Alcuni rinomati chef utilizzano delle mattonelle di sale rosa al posto delle padelle e vi cucinano direttamente alcune pietanze.
Il sale rosa dell’Himalaya è arricchito da vari minerali e da alcuni oligo-elementi, ma essendo quasi totalmente composto da cloruro di sodio non è indicato per alcuna integrazione alimentare o nutrizionale specifica, il sale rosa non contiene iodio e può essere usato anche come conservante.

Il sale rosa dell’Himalaya e la salute

Il sale rosa dell’Himalaya può essere usato per le cure di Haloterapia, durante le quali vengono curate varie patologie dell’apparato respiratorio e della pelle. In campo estetico risulta essere un ottimo ingrediente per lo scrubbing e per pediluvi e trattamenti disintossicanti e rilassanti. Il sale rosa inoltre può essere utilizzato per la preparazione di soluzioni saline dedicate alla pulizia di occhi e naso. I fumenti di sale rosa sono particolarmente indicati per combattere leggere patologie dell’apparato respiratorio. Il sale rosa dell’Himalaya può anche essere d’aiuto per combattere alcune malattie della pelle: psoriasi, dermatiti, eczemi, orticarie, acne e le micosi di pelle e unghie.
E’ bene ricordare che il cloruro di sodio ha solo proprietà antibatteriche e antinfiammatorie che possono coadiuvare, ma non sostituire la terapia farmacologica. Viene utilizzato come ingredienti nei cerotti dimagranti, una delle grandi novità nel settore.

Le lampade di sale rosa dell’Himalaya

Le lampade di sale dell’Himalaya che si trovano in commercio promettono vari vantaggi per la salute ma nessuno di essi è stato scientificamente dimostrato, l’unica cosa certa è che aiutano ad assorbire l’umidità in eccesso, nel locale dove sono posizionate.

Dove comprare il sale rosa dell’Himalaya

Il sale rosa dell’Himalaya si trova al supermercato, nei negozi biologici e nelle erboristerie, ma soprattutto su internet, dove lo potete trovare sia grosso che fino e anche in formati inusuali, per usi non alimentari. Il sale rosa dell’Himalaya date le pratiche di estrazione nella miniera, non è da considerare un prodotto equo e solidale, perché le condizioni di lavoro dei minatori e delle donne che lo trasportano, sono da considerarsi medioevali.