Pressione arteriosa: valori medi e come misurarla

La pressione arteriosa è la pressione esercitata dal sangue in circolo nel nostro corpo sulle arterie, questa pressione è generata dal cuore durante il ciclo cardiaco. Ogni “ciclo cardiaco” si compone di una fase definita sistole e di una definita diastole, questi due momenti, il primo di contrazione e il secondo di rilassamento interessano sia gli atri che i ventricoli. L’alternarsi di questi momenti di diastole e sistole costituiscono il ciclo cardiaco e consentono al sangue di raggiungere i polmoni e gli altri distretti del corpo rispettivamente attraverso la “piccola circolazione” e la “grande circolazione“. Le contrazioni effettuate dal cuore che vengono misurate in un minuto costituiscono la frequenza cardiaca. La pressione arteriosa quindi viene generata dalla contrazione esercitata dal cuore e viene poi mantenuta all’interno dei vasi grazie alle loro proprietà, i vasi sanguigni infatti grazie alla loro elasticità consentono al sangue di giungere agli organi con una pressione adeguata.

La pressione nei vasi sanguigni

La pressione si misura in “millimetri di mercurio” mmHg, questa sarà più elevata tanto più il vaso è vicino al cuore e tenderà a diminuire all’allontanarsi dal cuore, inoltre essendo i vasi sanguigni elastici al loro interno la pressione potrà variare a seconda che essi siano più o meno dilatati: in un vaso dilatato la pressione diminuirà mentre in un vaso contratto tenderà ad aumentare. La pressione sanguigna, quindi, sarà più elevata all’interno dei vasi grandi come le arterie e tenderà man mano a diminuire col restringimento del lume dei vasi fino ad arrivare ai capillari, i vasi sanguigni più piccoli, in cui si avrà la pressione minore.

La regolazione della pressione

E’ di estrema importanza che la pressione sia regolata, innanzitutto perché deve essere abbastanza alta da far si che gli organi ricevano sangue in misura adeguata, e poi non deve nemmeno essere troppo alta per evitare uno sforzo eccessivo del cuore e per evitare di creare danni ai vasi. La pressione arteriosa è influenzata sia dalla “gittata cardiaca” che dalla “resistenza periferica dei vasi”, vediamo più in dettaglio cosa sono queste due componenti.

La gittata cardiaca corrisponde alla quantità di sangue pompata da ogni ventricolo in un minuto e dipenderà quindi anche dalla frequenza cardiaca. La frequenza cardiaca non è sempre costante ma dipende da fattori fisici e anche psicologici, viene infatti influenzata dal “sistema nervoso autonomo” (SNA) e in particolare quando siamo rilassati entra in gioco la componente parasimpatica del SNA e la frequenza cardiaca si riduce, anche la contrazione degli atrii diminuisce e fra contrazione degli atrii e dei ventricoli intercorre un tempo maggiore. Di contro quando è richiesto uno sforzo fisico si attiva il sistema simpatico che fa aumentare la frequenza del cuore e aumenta la forza di contrazione degli atrii e il tempo che intercorre fra le due contrazioni: quella degli atrii e quella dei ventricoli diminuisce. Quindi una maggiore “gittata cardiaca” sarà indice di una pressione più elevata, mentre al diminuire della gittata si ridurrà anche la pressione.

La “resistenza periferica dei vasi” è data dal totale di ogni resistenza offerta dai singoli vasi e dipende dall’attrito che si genera tra le pareti del vaso e il sangue circolante, una maggiore resistenza dei vasi causerà quindi una pressione minore e viceversa, questa resistenza dipende sia dalla viscosità del sangue che dalla lunghezza e dal diametro dei vasi. All’aumentare della viscosità del sangue si avrà una maggiore resistenza, così come maggiore sarà la lunghezza del vaso maggiore la sua resistenza, la resistenza diminuirà invece all’aumentare del diametro del vaso.

Pressione sistolica e diastolica e valori normali

Per pressione sistolica si indica la pressione generata nelle arterie durante la sistole, in generale la pressione sistolica corrisponde a “120 mmHg“, durante la diastole invece il sangue tende a defluire dai vasi portando la pressione diastolica a “80 mmHg“. In un soggetto adulto sano la pressione ottimale si deve attestare intorno a questi valori o deve essere inferiore ad essi.

Quando la pressione sistolica supera i 140 e la diastolica i 90 si parla di Ipertensione “di grado 1 o borderline”, che diventa Ipertensione di “grado 2” quando si superano i 160 / 100.

Si parla invece di ipotensione quando i valori sono inferiori a “100/60 mmHg”.

Soprattutto nel caso dell’ipertensione i primi accorgimenti per i pazienti sono quelli di seguire una dieta bilanciata, tenere sotto controllo il consumo del sale, effettuare attività fisica, ridurre il consumo di bevante alcoliche e l’apporto di caffeina , anche smettere di fumare favorisce un ritorno ai valori pressori normali. Nel caso di condizioni croniche e di condizioni più gravi si passa poi al trattamento farmacologico, alcuni dei farmaci più utilizzati sono “diuretici, calcio antagonisti, beta bloccanti, sartani e ace inibitori”.

Misurare la pressione

La pressione sanguigna viene misurata attraverso il cosiddetto metodo indiretto con uno strumento chiamato sfigmomanometro dotato di un bracciale che viene avvolto intorno alla parte superiore del braccio in prossimità del gomito, e si utilizza un fonendoscopio a livello dell’arteria brachiale. Il bracciale viene gonfiato in modo che la pressione al suo interno sia maggiore della pressione nell’arteria che viene quindi chiusa, man mano che l’aria all’interno del bracciale viene rilasciata il sangue riprenderà a scorrere nell’arteria e può essere udito attraverso il fonendoscopio, questo primo rumore corrisponde alla pressione sistolica, man mano che il bracciale continua a sgonfiarsi si sente l’ultimo rumore che corrisponde alla pressione minima, quella diastolica , dopodiché non si sentono più rumori perché il flusso sanguigno ritorna ad essere normale.